La struttura della filiera "tradizionale", affermatasi dalla fine degli anni '70 e a tutt'oggi ancora dominante, può essere facilmente assimilata ad una Aragosta.
Le parti del suo corpo corrispondono ai passaggi che avvengono dalla produzione alla commercializzazione di un prodotto e, non a caso, tra di essi quello corrispondente alla componente Distribuzione assume un ruolo dominante nel processo di formazione del prezzo e non solo.
La conoscenza diretta del mercato in termini operativi (dati di vendite, contatto con grossisti e punti vendita, reazione dei consumatori etc.) estremamente approfondita e capillare che la Distribuzione può vantare assicura a questa parte della filiera un elevatissimo potere di condizionamento del mercato in tutte le sue componenti, da quella produttiva a quella del "consumo".
E' sotto gli occhi di tutti infatti quanto lo "strapotere" della GDO (Grande Distribuzione Organizzata) sia capace di dominare completamente lo strutturarsi della filiera, si pensi ad esempio a quello che avviene in settori come quello Agroalimentare e nello specifico con effetti ancora più evidenti nel comparto dell'Ortofrutta (ma non solo): il potere di influire nella catena di formazione del prezzo da parte degli estremi della filiera (Produzione da un lato e Consumatori dall'altro) è praticamente nullo con il risultato di avere un pressoché continuo e costante aumento dei prezzi al consumo a fronte di un altrettanto continuo e costante crollo dei prezzi alla produzione.
Quello che l'avvento delle tecnologie 2.0 e del paradigma che ne consegue sta provocando è un ulteriore spostamento del "controllo del potere" nella formazione dell'Offerta diretto sempre più verso il lato del consumo.
Una maggiore possibilità di informarsi, confrontare, commentare i prodotti e la performance aziendale da parte dei consumatori li sta progressivamente trasformando in co-creatori in grado di influire oggettivamente sulle scelte e sui processi di formazione dell'Offerta aziendale e di filiera.
- Non sarebbe forse il caso di iniziare a ridiscutere la forma e la struttura stesse della filiera oltre che, ovviamente, dell'azienda?
- A quando l'avvio di un serio e diffuso confronto su un reale processo di trasformazione che riconosca i nuovi rapporti di forza?
Lavorare ad una idea di filiera che si avvicini sempre più alle "mirabolanti" (senza ironia) proprietà della
Stella Marina sarebbe senz'altro più che auspicabile, sicuramente più che il protrarsi di evanescenti ed improbabili dibattiti sull'Innovazione destinati a passare di moda senza essere stati della benché minima utilità.
E' inoltre fin troppo evidente che capire ed implementare le conseguenze dei cambiamenti in atto sarebbe utile ed opportuno anche in termini di civiltà oltre che di competitività.
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