Il Design è morto, viva il Design!
Ad una distratta lettura della realtà attuale del mercato ci si potrebbe chiedere: quando sarà di nuovo possibile tornare a investire su nuovi prodotti, e soprattutto su che tipo di nuovi prodotti?
La risposta rischierebbe di essere altrettanto poco puntuale se tentasse di prevedere tempi che al momento non sembrano essere così chiari. Il rischio maggiore nell'affrontare il problema in termini di "superamento della crisi" è quello di non collocare nel giusto ruolo le conseguenze della natura sistemica del problema.
E' forse il caso di chiedersi se fino ad oggi il mercato non abbia per così dire "assorbito" una quantità fin troppo elevata di prodotti e servizi unidirezionali, basati su un modo di (non) intendere le molteplici relazioni che inevitabilmente si stabiliscono fra prodotto(azienda) e mercato(clienti/distributori/fornitori/media/etc.) e che andrebbero invece coltivate, promosse, supportate al fine di rendere tutti gli attori del mercato parte attiva di un processo "collaborativo" di creazione dell'offerta.
Il carattere undirezionale (azienda>prodotto>distribuzione>comunicazione>clienti) della maggior parte della produzione corrente rende rigido e statico ciò che può essere flessibile e dinamico per cui di fronte ad una contrazione della domanda non si dispone degli strumenti adatti per condividere in maniera "sistemica" con tutta la filiera la necessità/possibilità di rimodellare costantemente l'offerta nelle sue varie componenti.
Il ruolo del Design nella creazione di sistemi-prodotto adatti alla navigazione nelle mutevoli acque del mercato del XXI° secolo può essere decisivo a patto che se ne liberino le potenzialità di visione globale senza ricadere in virtuosismi di carattere meramente estetico/funzionale dal sapore attardatamente novecentista.
1 commenti:
Buona fortuna, evviva mondo-blog!!! Un abbraccio ragazzi, Cathy
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